Recensione di Enrico Letta


ERICO LETTA PRESENTA Je Roule

In occasione della nuova ristampa del volume

Grosseto, 14 dicembre 2017

“Intanto grazie di questa occasione. In certi casi particolari non sono un onorevole: sono solo amico, in questo frangente particolare amico di Lorella. Lo sono come lo siamo tutti, perché è una bellissima possibilità per me, ed io sono particolarmente grato a Lorella per avermi consentito di essere qui. Se siamo qui tutti insieme è perché vogliamo che questo libro abbia successo; perché in questo libro ci sono molti valori e molti concetti che noi vogliamo condividere, ma che vogliamo anche far in modo che escano da noi e che siano conosciuti il più possibile.

Comincio dando un saluto ed anche un applauso corale da parte di tutti noi a due persone che sono molto importanti: Andreina ed Elio,  che io ho conosciuto prima ancora di Lorella, il che rende questo legame ancora più forte e più antico. Inizio dicendo che io sono un uomo molto fortunato, perché nelle cadute mi capitano le fortune. Mi fu chiesto di candidarmi, un po’ di anni fa, a Grosseto: fu una esperienza bellissima, interessante: ne conservo un ricordo fortissimo, che mi ha portato a conoscere profondamente questa terra. Conobbi, allora, tante persone e fra queste Lorella. Così fu che, nella sfortuna di una campagna elettorale, che non fu coronata certo da successo, ebbi la fortuna di incontrare Lorella e di cominciare questo rapporto così intenso e profondo anche quando non ci si vede; tuttavia, tante volte, ho l’impressione di essere sempre in contatto con lei emotivamente e che noi si comunichi anche senza sentirci o incontrarci materialmente. Il soffrire insieme, il gioire insieme per tante cose che reciprocamente ci accadono: è un fluire continuo, che ha luogo da allora e che continuerà sempre. In questo libro, che ho letto, ho trovato tante parole: alcune le abbiamo già ascoltate, altre le potrete scoprire da voi, nelle altre poesie. Veramente dobbiamo fa di tutto perché queste poesie, questo libro sia conosciuto dal maggior numero di persone. Per tanti motivi: soprattutto perché Lorella lo merita. Sappiamo tutti quanto Lorella lo meriti. Ma aggiungo qualche altro dettaglio, ed è un po’ la riflessione che volevo fare qui oggi insieme a Lorella ed a tutti voi.

La forza di queste poesie, che è poi la ragione che ha spinto l’editore ETS a pubblicarle, sta nel fatto che questi versi uniscono due registri linguistici e di pensiero, profondamente diversi tra di loro, e che è difficilissimo tenere insieme, perché sono registri opposti. Comunemente si usa solo l’uno o solo l’altro: normalmente ci sono poeti bravissimi a usare solo il primo o a usare solo il secondo: ecco che Lorella è straordinaria perché sa usarli e tenerli insieme ambedue questi registri.

Questi registri potrebbero essere definiti LA PERFEZIONE e L’IMPERFEZIONE. Vi suggerisco di fare come ho fatto io (io le ho lette prima ancora che venissero pubblicate): io le ho lette due volte, ogni volta con un’ottica diversa. La prima volta le ho lette con nella mente la condizione particolare di chi le aveva scritte. Una condizione oggettivamente molto speciale. Poi le ho rilette prescindendo da questa condizione, immaginando di ignorare chi le avesse scritte, come capita a chiunque legga un libro. E se uno le legge con questo stato d’animo, fingendo di non sapere chi le ha scritte, rimane impressionato dalla forza oggettiva di queste parole, che si distacca dalla situazione personale di Lorella, situazione che pure ricorre nelle tematiche a lei care. Abbiamo appena ascoltato i messaggi contenuti in JE ROULE e nel CENTAURO, strettamente legati al suo stato personale, e ricolmi di una energia profonda. Ma io vi invito a leggere anche altre liriche di questo testo: a me sono piaciute tantissimo, ad esempio, MIO FIGLIO, oppure PERFETTA.  Ebbene leggendo questi versi, con lo stato d’animo scevro dalla consapevolezza del contesto che vive chi li ha scritti, vi troverete la conferma di questo spirito così indistruttibile: i messaggi contenuti in essi sono intensi, forti: sono sentimenti che ognuno di noi potrebbe o dovrebbe provare.  Questo perché Lorella ci ha messo tanto di suo, della sua testa, del suo cuore, della particolare forza che ha sempre dimostrato, che ha sempre avuto; poi perché questo unire insieme questi due registri, così dissimili, fa, in fondo, parte del cuore della vita; declinandola in un altro modo, e facendo riferimento ad altre poesie di Lorella, potrei dire che la vita è sempre contraddizione continua fra mancanza e pienezza.

La nostra vita è una tensione continua fra queste due polarità. Infine la vita non vede nessun vincitore fra queste due tensioni. Addirittura potrei dire che quando una delle due polarità prevale sull’altra la vita non ha più senso e si perde, e non è più interessante quello che sei in grado di proporre agli altri. Se sei arginato nella disposizione d’animo della mancanza sei rivendicativo; se, viceversa, sei sulla polarità della pienezza sei tronfio: per questo sono due condizioni che, se prevale l’una sull’altra, ti portano al male. La grande forza di questo messaggio è di essere unitario, e quando dico unitario lo intendo certamente a tutto tondo, seppure considerato nelle sue varie sfaccettature. È come un grande mosaico: il mosaico ha tanti tasselli diversi. Anche queste poesie sono belle, perché ogni messaggio che ne esce è bello quanto un mosaico, che certo può essere esaminato tassello per tassello, ma che assume l’immagine vera e completa solo se lo si guarda da lontano; e se ti allontani ancora non ti rendi più neanche conto che è composto da tanti tasselli. In questo libro tutti questi tasselli, tutti questi messaggi ci ricompongono, in unità – una unità dinamica, profonda, che dice tanto – i due concetti della mancanza e della pienezza, sempre in frizione fra loro e che sono, ripeto, i due concetti fondamentali alla base di questo libro.

E concludo, con questo che è stato un mio tentativo di comunicare le sensazioni da me avute leggendolo, io che negli anni ho seguito Lorella sin dalla prima raccolte di poesie e ho visto come è stata accolta dal pubblico. Ebbene, sono certo che questa ultima raccolta andrà anche meglio della prima. Perché questo libro è una SFIDA, uno SCHIAFFO a quelli che sono i vizi peggiori del nostro tempo: è un attacco frontale alla superficialità, all’eccesso di leggerezza che il nostro tempo vive; lo si ritrova, questo, in molti passaggi delle liriche di questo volume, anche di quelle appena recitate.

Nei versi di Lorella c’è uno schiaffo alla superficialità: perché oggi non siamo più in grado di metterci nei panni dell’altro, del nostro concittadino; oggi non siamo più in grado di confrontarci con chi ci sta accanto, con chi incontriamo, sempre presi dalla corsa per prendere un pezzo di sentimento in più, di emozione in più, di benessere in più: talmente di corsa che non possiamo fare altro che cedere uno spazio di compassione, forse, ma mai metterci nei panni dell’altro, soprattutto quando l’altro vive una condizione che è così diversa dalla nostra: noi non abbiamo nessun limite nel camminare, nell’andare dove vogliamo; mentre ci può essere un limite in chi ci sta di fronte, che non può muoversi, oppure non può parlare, vedere, sentire le cose come noi; questo perché per noi tutto questo è normale, quando non siamo in grado di metterci nei panni dell’altro, oppure, come direbbero gli inglesi con un modo di dire più appropriato in questo caso, nelle sue scarpe. Ecco che c’è un invito ad apprezzare ciò che si ha ed apprezzare la vita in tutto quello che ha da darci.

Il messaggio che Lorella ci dà è un messaggio di speranza, perché nelle sue liriche non ho mai letto una parola che diventi disperazione fine a se stessa: qui dentro c’è sempre speranza. Do una mia personale interpretazione citando le parole che costituiscono la poesia che è alla fine della raccolta, PERFETTA appunto: “Poi con un colpo di braccia, uno slancio, su dai, in carrozzella, per regalarmi un altro giorno di vita perfetto” C’è, in questa frase, il senso profondo che la vita è un dono, che è il messaggio più forte che ci viene; se la vita è un dono sta tutto in come la si vive, perché sia un dono non solo per se stessi ma per gli altri, per tutti. Questa è la grandezza di ciò che ci dice Lorella attraverso questa opera: ci comunica questo grande messaggio di speranza. E, sebbene io sia una persona che non ha dimestichezza con la poesia, questo messaggio che ci dona Lorella credo vada al di là della amicizia che ciascuno di noi prova nei suoi confronti. E credo spetti a noi condividerlo, con la testa, col cuore, con quante più persone possiamo. Grazie! ”  Enrico Letta

 

Trascrizione a cura di  Francis Allenby 

Foto di Monica Iacopini, Valda Bozzi

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